venerdì 9 maggio 2014

"Amore e sesso nell'antica Roma" di Alberto Angela

Omnia vincit Amor

http://www.radiof2.unina.it/wp-content/uploads/Amore_e_sesso_nell_antica_Roma1.jpg

L'ultimo sguardo di Venere e' l'ultimo capitolo del libro, quello che piu' mi ha appassionata, l'incontro tra due amanti nel buio di un giardino, il cercarsi, il toccarsi, l'unione...la sacralita' di quell'attimo: "Il rumore dello strappo della tunica riecheggia nel colonnato; improvviso come un lampo, profondo come un tuono.” Imparo sempre moltissimo quando finisco di leggere un libro di Alberto Angela, lo stesso guardando Ulisse il piacere della scoperta...se poi si parla di Impero Romano o civilta' antiche, rimango folgorata...
Si, perche' noi siamo la loro discendenza, per capire chi siamo dobbiamo indagare sulla nostra storia, solo conoscendola possiamo in parte comprendere i nostri usi, costumi, tutto cio' che ci circonda.
Alberto Angela alla fine ringrazia il lettore: "porterai dentro la conoscenza che hai acquisito e che spero rivelerai ad altri, come ho fatto io con queste pagine." Non solo ho acquisito conoscenze, ma l'ho fatto con piacere, con ammirazione e ti ringrazio Alberto, mille grazie per il modo in cui riesci a divulgare storia, scienza, documenti con tanta passione e semplicita'...Nel mio piccolo spero di aver contribuito con la mia recensione, non voglio svelarvi il contenuto dell'intero libro, ogni capitolo ha una sua storia, cammini per le strade ed incontri personaggi di vario ceto e di varia natura sessuale, li segui, ti addentri nei vicoli, nelle terme, nei lupanari, qua’ e la’ senti parlare latino, hai la sensazione di sbirciare, di invadere la privacy di persone che ti sembrano talmente vere e vive descritte nella loro quotidianita’.

"Un romano avrebbe scosso la testa vedendo con quale senso di colpa viviamo il sesso e quanto venga moralmente criticato e associato al peccato,frenando e distorcendo comportamenti del tutto naturali.
L'amore era considerato un dono degli dei, quindi bisognava goderne in tutte le sue forme, come quando si scarta un regalo, o si mangia una torta di compleanno.
Una vita assai piu' breve della nostra, le difficolta' quotidiane, la morte sempre in agguato e l'assenza di un'aldila' gratificante e ripagante facevano si che i romani concentrassero nel quotidiano tutti i piaceri della vita.
Dal buon cibo, al buon vino, all'amicizia, al gioco, alla risata a teatro, al sesso e all'amore...
"Venari, lavari, ludere, ridere, hoc est vivere!" Questa frase e' stata scolpita su una lastra di pietra di una citta' romana nel deserto algerino (Timgad) ed e' la muta testimone di un tempo, di un modo di pensare e di genti che non ci sono piu'.
Ricorda davvero un urlo di vita congelato nella pietra per l'eternita', e ora avvolto dal silenzio del deserto e dei secoli.
Mentre il mondo tutt'attorno era nel buio dell'analfabetismo e di culture ancora molto arretrate, i romani hanno saputo creare un mondo che era molto simile se non, per certi aspetti, quasi identico al nostro per quanto riguarda la globalizzazione del commercio, la rete di trasporti, la tolleranza razziale, le leggi, la pluralita' religiosa, l'alfabetizzazione capillare.
Ma anche, e soprattutto, il modo di pensare. E di amare. Perche' l'amore era vissuto con grande naturalezza e grande passione.”

"Una giornata nell'antica Roma" di Alberto Angela


E' un giorno qualsiasi, di 1892 anni fa... Manca poco all'aurora...



http://alessandria.bookrepublic.it/api/books/9788852010101/cover

Sento odore di fumo, vedo monumenti imponenti, popoli etnici che turbinano tra le strade, odori pungenti, confusione, urla, poi calma e ristoro...Una mano forte prende la mia e mi accompagna per le viuzze di Roma, abbiamo tuniche addosso, e andiamo avanti dall'alba fino alle ultime ore della notte...La curiosita' ci spinge sempre oltre, sbirciamo dietro le tende, rimaniamo immobili e inermi dentro l'immensita' di templi e terme, proviamo tristezza e impotenza davanti agli schiavi, alle torture, ai combattimenti dei gladiatori....
Emozione e' la parola che senti e ti pervade per tutta la durata di questo viaggio a ritroso nel tempo, traspare la passione di Alberto Angela che ti trasmette raccontando la vita nell'Impero Romano e l'importanza di soffermarsi sui particolari, spesso e' qui che si nasconde la Grande Storia: l'usura degli scalini, i solchi lasciati dai carri per la strada, uno specchio rotto, dei graffi sulla soglia in marmo lasciati da una porta ormai scomparsa.
Siamo il frutto delle loro usanze, siamo circondati da resti dei loro edifici, molte strade che percorriamo le hanno costruite loro, la nostra lingua deriva dal latino, il sistema giuridico e il loro ricordo restera' per sempre...

"È difficile descrivere la sensazione che si prova di fronte alla sagoma
imponente del Colosseo. Oggi, in epoca moderna, i turisti e gli abitanti
di Roma sono abituati alla sua forma "spezzata". Ma in realtà si tratta di
una rovina, di un relitto, una versione "ridotta" di quello che era una
volta: fuori manca quasi la metà del suo anello più esterno e all'interno
sono rimasti solo dei costoloni in mattoni. Non si coglie più l'impatto
delle sue gradinate di travertino bianchissimo, l'arena, le statue tra le
arcate, il loggione dell'ultima fila, lassù in alto. Per non parlare ovviamente
dell'atmosfera creata dalle bandiere, dai colori della folla, dalle
urla degli spettatori... Oggi si ammira solo lo scheletro di questo enorme
anfiteatro. Eppure ogni anno quasi quattro milioni di turisti vogliono
vederlo ed entrare al suo interno, ignorando magari altri siti e musei:
il fascino crudele di questo luogo è rimasto intatto."

"La cruna dell'ago" di Ken Follett

http://alessandria.bookrepublic.it/api/books/9788852039713/cover


"E' per posti come questo che è stata inventata la parola "desolato". L'isola è un ammasso di roccia a forma di "J" che s'innalza cupa nel mare del Nord....Lungo la maggior parte della costa le scogliere spuntano dal freddo mare senza la gentilezza di una spiaggia. Irritate da questa asprezza le onde si abbattono sulla roccia con furia imponente; diecimila anni di ingiurie del tempo che l'isola ignora impunemente.
...Il più frequente visitatore dell'isola è il vento. Viene soprattutto da nord-est, dalle regioni popolate di fiordi,
ghiacciai e iceberg; portando spesso con sé doni sgraditi di neve; raffiche di pioggia e una gelida nebbia; qualche volta invece arriva a mani vuote, solo per ululare e urlare e scatenare un inferno, sradicando i cespugli, piegando gli alberi e agitando l'intemperante oceano in un parossismo di schiuma rabbiosa.
...L'isola è un posto duro. Ci resistono solo cose dure: rocce dure, erbaccia, pecore ossute, uccelli selvatici, case solide e uomini forti. Cose dure e fredde, e crudeli, aspre e aguzze, accidentate, lente e decise; fredde, dure e spietate come l'isola stessa. E' per posti come questo che è stata inventata la
parola "desolato".
«Si chiama Isola della Tempesta» disse Alfred Rose."


 
Questo tipo di scrittura mi emoziona, mi affascina, si radica dentro di me e attecchisce, puoi librarti in volo e raggiungere quei posti...Il titolo originale doveva essere "Storm Island", titolo che secondo me si addiceva di piu'perche' alla fine quest'isola e'il fulcro di tutta la vicenda. Ho tifato per Die Nadel, spia, assassino, cinico, il cattivo, ma in fondo il piu' fragile. Molto bello, appassionante, carico di adrenalina. Viva Ken Follett, continuo a convincermi che sia uno tra i miei scrittori preferiti.

giovedì 8 maggio 2014

"Un luogo chiamato libertá" di Ken Follett

Un uomo trova un antico collare rotto con scritto sopra"Quest'uomo e' proprieta' di sir Geroge Jamisson di Fife AD 1767"...

 http://www.ideelibri.it/wp-content/uploads/2013/11/UN-LUOGO-CHIAMATO-LIBERTA-Ken-Follett.png





...ma quest'uomo, Mack McAsh, e' uno scozzese, dentro le sue vene scorre orgoglio, onore, sete di vendetta e liberta' e non si puo' piegare lo spirito indomabile di un uomo cosi'.
Un libro impetuoso, che parte dalle miniere della Scozia, abbraccia il destino di due caste sociali, minatori e proprietari terrieri, schiavi e padroni... Tocca i primi movimenti di rivolta e sciopero a Londra fino ad arrivare alle colonie americane.
Amore e liberta' s'inseguono, personaggi accattivanti e ricchi di carattere, avventura e passioni...bellissimo



http://prolabore.zip.net/images/carva.jpg

"Il rumore dei tuoi passi" di Valentina D'Urbano

http://robadascrittori.files.wordpress.com/2012/07/durbano_il-rumore-dei-tuoi-passi.jpg

Un amore tossico, un odio cosi' forte che ti prende le viscere, un amore cosi pieno di sofferenza, un dolore acuto allo stomaco. Sono lacrime che scorrono da sole, sono gli anni 80 della desolazione, degli emarginati, dell'eroina, della disperazione che ti squarcia in due...


"Il rumore dei tuoi passi , il tuo odore che svanisce sul cuscino, la luce del giorno in cui mi hai lasciato sola."

"L'isola sotto il mare" di Isabel Allende

http://www.daringtodo.com/wp-content/uploads/2009/11/allende1.jpg

Conchiglie, perle, tutto aggrovigliato in una rete tessuta di emozioni, soprusi, lotte e ribellioni per il conseguimento della liberta' e l'uguaglianza..
Senti la potenza dei riti vudú, i tamburi che ti fanno entrare in trance, le umiliazioni, il riscatto di chi ha lottato e ha reso possibile cio' che oggi ci rende ( o che dovrebbe renderci) liberi.
New Orleans e' magica, sembra di toccarle quelle plantation house, sentire la polvere dei campi, lo schiocco della frusta, il sudore, la fatica, l'odore di fritto dei cibi delle africane, i colori, le mode, il palpito della rinascita e i bianchi che crollano. Molto aspro, toccante, forte e avvincente.

"Bad Chili" di Joe R. Lansdale


http://www.piersantelli.it/uploaded_images/copj13-795966.jpg 

"Il cielo era una gigantesca macchia di carbone, con una striscia rossa di sole morente all'orizzonte, brillante e frastagliata, come se fosse scoppiato il cuore di Dio. In giro volavano i pipistrelli, in cerca di insetti. Mi fermai a un fast food e mi feci un hamburger. Pensai a tutto quello che era successo, poi non pensai a nulla. Quando arrivai all'ospedale il cuore di Dio si era dissanguato, e restava soltanto una macchia scura, come del sangue sul mattone."

 
E poi prendi in mano un libro di Lansdale, soprattutto quando ci sono Hap e Leonard e voli in un altro mondo.Vorresti conoscerli, perchè sanno metterti di buon umore sempre, sono scoppiettanti, vulcanici, i loro dialoghi taglienti, ironici. Lo stile di Lansdale è geniale, ti trasporta e scorre via piacevolmente, ti rapisce, ti diverte. Mi fa pensare alle sere estive, quando sei spensierato, ti godi l'aria fresca, anche se qualche zanzara ti da il tormento, ti gusti una grigliata e parli di tutto e niente con i pochi amici, quelli veri.
La semplicità, la quotidianeità è quello che conquista in loro, il linguaggio è spesso rozzo e volgare, ma ci sta.
Cos'altro aggiungere? E' un noir, agro dolce, anzi piccante, come il bad chili suggerito dal titolo...si un peperoncino andato a male. Per fortuna che c'é Lansdale.